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Niente referendum allora?

Era chiaro fin dalla nomina dei garanti che l’esito sarebbe stato di bocciatura del quesito referendario.
Quel che però è ancora assai poco chiara è la motivazione del responso, motivazione peraltro contestata con argomentazioni precise e pertinenti dall’ avvocato Martini terzo del collegio dei Garanti, argomentazioni che avrebbero dovuto essere valutate con maggior senso critico e non liquidate come insignificanti dai due altri colleghi giudicanti.
Appaiono piuttosto fragili le argomentazioni in base alle quali il referendum non si può autorizzare in quanto non di competenza esclusiva del Comune. Andrebbero spiegate ed argomentate con dati oggettivi.
Doveva essere una valutazione basata su considerazioni libere da qualsiasi condizionamento esterno basata esclusivamente sull’interpretazione delle leggi vigenti ed in particolare del dettame costituzionale ma invece per quel che è dato capire appare evidente che la decisione del collegio dei Garanti ha prevalentemente risposto ad un preciso indirizzo politico.
Paura che un eventuale referendum avesse esito contrario a quanto deciso nelle segrete stanze del PD in viale Zappi?
E’ sempre più chiaro ed evidente che al Sindaco Manca al di la delle ripetute dichiarazioni elettorali di principio, non interessa minimante il parere dei suoi cittadini; più volte sollecitato a farlo, non ha messo in campo alcuna iniziativa pubblica nella quale informare i cittadini su quel che significa aderire alla città metropolitana. E ora forte della non unanime decisione del collegio dei Garanti, sarà ancora più determinato a rincorrere il suo progetto di carriera al di fuori dell’impegno di sindaco della città.
Che il tessuto economico della città stia andando a rotoli chi se ne frega e che
poi gli imolesi siano presto richiamati dopo poco più di un anno a scegliere il governo della città interessa nulla tanto poi con la Città metropolitana Imola e il suo territorio saranno condannati ad una presenza insignificante ed emarginati da qualsiasi ruolo decisionale. Va bene così? Pare proprio di si.
Ma non credo che il comitato referendario sia arrendevole al punto di accettare questo responso.
Alessandro Mirri