BOLOGNA – Condannato a due anni e sei mesi Giovanni Errani nel processo Terremerse; un anno e sei mesi per Giampaolo Lucchi, assolto Alessandro Zanotti. E’ questa la sentenza in primo grado arrivata ieri pomeriggio a carico del fratello dell’ex governatore della Regione, Vasco Errani, dimessosi proprio dopo la condanna in appello a un anno nell’ambito di un altro filone dello stesso processo. Il legale di Giovanni Errani ha gia’ preannunciato appello. La pm Antonella Scandellari aveva chiesto due anni e sei mesi per Errani, due anni per il progettista Lucchi e un anno e otto mesi per il responsabile della sicurezza Zanotti. Tutti e tre dovevano rispondere di truffa aggravata ai danni della Regione e di falso. La Regione, costituitasi parte civile, si era associata alle richieste dell’accusa, chiedendo una provvisionale di 1,2 milioni. Secondo Scandellari, la coop Terremerse ottenne indebitamente un finanziamento da un milione da viale Aldo Moro per costruire una cantina vinicola a Imola, truccando le carte e facendo risultare i lavori finiti entro il termine fissato (30 maggio 2006), anche se in realta’ la struttura era ben lontana dall’essere completata. La sentenza, pronunciata nel primo pomeriggio di ieri dal giudice Nadia Buttelli, condanna Errani e Lucchi per truffa “limitatamente all’episodio di svincolo della garanzia fideiussoria” chiesta alla Regione per la cantina di via della Bicocca. Sulle altre accuse di truffa e di falso, invece, e’ stata dichiarata la prescrizione. Il giudice ha inflitto ai due anche la pena accessoria della incapacita’ di contrattare con la pubblica amministrazione per tre anni. Buttelli ha sospeso la pena per Lucchi. Entrambi, poi, dovranno risarcire “in separata sede” il danno alla Regione, costituitasi parte civile, e pagarle anche le spese processuali, quantificate in poco meno di 8.000 euro. Per questo i beni gia’ sequestrati a Errani e Lucchi verranno confiscati. Confisca, pero’, avverte l’avvocato Giovanni Forte (che insieme a Filippo Sgubbi difendeva Errani), che cade nel momento in cui si presenta appello. Zanotti, invece, e’ stato assolto per non aver commesso il fatto e di conseguenza il giudice ha ordinato la restituzione di quanto sequestratogli. Le motivazioni della sentenza arriveranno entro 90 giorni. Oltre alla condanna in appello di Vasco Errani e dei due dirigenti regionali, Filomena Terzini e Valtero Mazzotti, un’altra condanna a un anno e due mesi era arrivata in udienza preliminare con rito abbreviato per il funzionario di viale Aldo Moro, Augusto Selva Casadei, accusato di truffa aggravata e falso in atto pubblico.
Intanto Legacoop Emilia-Romagna difende Giovanni Errani, il fratello dell’ex presidente della Regione. “In un momento in cui i nostri soci agricoltori soffrono per la difficilissima situazione di mercato e climatica, Giovanni Errani ha la stima e la solidarieta’ di tutto il movimento cooperativo, cosi’ come la cooperativa Terremerse, una cooperativa solida e ben patrimonializzata dai suoi soci contadini e braccianti”, scrive in una nota Giovanni Monti, presidente regionale di Legacoop. I cooperatori, sottolinea Monti in premessa, “non hanno l’abitudine di commentare una sentenza prima di conoscerne le motivazioni. Non interverremo quindi sul verdetto di condanna dell’ex presidente di Terremerse, Giovanni Errani. Ovviamente rispettiamo il lavoro della magistratura e il principio di legalita’ che la nostra organizzazione persegue in ogni istanza, da sempre”. Legacoop “ritiene pero’ che l’intenzione di Errani e del collegio difensivo di ricorrere in secondo grado sia corretta, perche’ occorre tutelare in ogni sede non solo la posizione legale espressa dalle parti nel dibattimento, ma i valori di giustizia che sono propri del movimento cooperativo. Prescindendo dal caso specifico, dobbiamo essere molto chiari: purtroppo molte volte, in Italia, abbiamo visto contributi e fondi andati perduti, senza che nessuna azione legale fosse avviata. Opere mastodontiche lasciate a meta’, sprechi immensi di denaro pubblico con molte cause e nessun responsabile. Quando viene costruita un’opera che non rappresenta interessi privati, ma quelli del territorio in cui e’ stata costruita, non si puo’ parlare di finalita’ di lucro”. Quando “gli agricoltori possono contare su uno strumento utile per il proprio lavoro, le finalita’ per cui la cooperazione si batte sono state raggiunte”, sottolinea ancora il numero uno regionale di Legacoop. “Quando non un centesimo viene distolto dall’obiettivo di valorizzare il bene comune, allora per noi anche il principio della verita’ e della giustizia assume il proprio valore piu’ alto”. Anche Legacoop Romagna, per bocca del suo presidente Giancarlo Ciaroni, esprime “solidarieta’” ad Errani “che fino dall’inizio della vicenda giudiziaria ha mantenuto un esemplare atteggiamento di rispetto e correttezza nei confronti della magistratura, fornendo ogni elemento in suo possesso utile all’accertamento dei fatti”. Ben venga dunque il ricorso, “volto a dimostrare che nel percorso di realizzazione della cantina non e’ stato distolto un solo centesimo dalle finalita’ per le quali a suo tempo la Regione concesse il contributo”. L’opera al centro del processo, “realizzata a fini di servizio ai soci e non di lucro privato, e’ stata costruita nel rispetto dei vincoli dell’erogazione pubblica”. (FONTE: DIRE)
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