Pubblichiamo il commento a cura del giornalista Federico Tosi, apparso oggi su la Voce di Romagna in merito alla polemica esplosa tra Pd e Movimento 5 stelle, relativa alla pubblicazione su facebook, da parte di alcuni attivisti grillini, di una foto di una pistola Glock da 20 colpi. La foto è stata postata nel corso di una discussione in cui i 18 consiglieri Pd venivano accusati di non aver voluto votare la decadenza per incompatibilità di una loro collega.
Il primo problema è che l’asticella dell’umorismo si è spostata, scavalcando il limite posto da rispetto e decenza che non è certo stata la platea di facebook a valicare. E questa non è certo una novità. La satira non è un elastico capace di riunire tutti gli umorismi, e ipotizzare la morte di qualcuno non fa ridere. Il cinico ne ride per soddisfazione di certe sue emozioni, ma non con quello scarico di tossine che accomuna tutte le risate.
Quelle saranno state chiacchiere tra amici, ma rimane il fatto che facebook è quel che è, e non ci si deve stupire se la questione non rimane privata, anzi, viene traslata. E se poi si fa politica attivamente certe frasi occorre ficcarsele nello stomaco se proprio è assente un filtro tra cervello e lingua.
La vera notizia, che coincide con il secondo problema, sarebbe stata se il corteo di indignati si fosse posto delle domande. Eccone alcune. “Quei consigli comunali indecenti, che spesso avvengono a Imola possono c’entrare qualcosa?”: “è forse violenza che certi trovino subito lavoro e altri no? Mettendo a curriculum la tessera del partito o delle sue declinazioni passate?”.
Quanta dietrologia in queste domande. Ma sono i curriculum che la Trasparenza ha messo online e che scatenano i mal di pancia della folla, alla stregua di certe prese di posizione. E la folla, da che mondo è mondo, è poco avvezza ai ragionamenti. E percependo alcune cosine come soprusi, azioni che rientrano nella sfera della violenza… beh… a violenza risponde violenza. Quindi indigniamoci, perché parlare in pubblico di Glock e di caricatori poco efficaci è vergognoso, non fa ridere e non si può biasimare se qualcuno si è preso paura. Siamo tutti persone, genitori, figli. Ma poniamoci delle domande, perché quella violenza ha radici profonde e una buona alternanza di innaffiatoi.
Federico Tosi