IMOLA – “Esprimiamo la nostra vicinanza ai lavoratori e ai soci della Cesi: il compito delle istituzioni è quello di non lasciarli soli”. Ha parlato così oggi il sindaco di Imola Daniele Manca, in apertura del Consiglio comunale; una comunicazione in aula doverosa dopo l’annuncio della liquidazione coatta di una delle più grandi cooperative edili del territorio, quale è la Cesi. Si è soffermato, Manca, sulle priorità nella gestione di una vicenda tutt’altro che semplice ma che, ribadisce, “è il segnale di una crisi di tutto il comparto delle costruzioni e dell’edilizia”. “E’ prioritario e indispensabile ricercare tutti gli strumenti adatti per dare la certezza del reddito ai lavoratori, vale a dire la cassa integrazione straordinaria – ha spiegato Manca -. Dobbiamo essere all’altezza di questa sfida, senza dimenticare che situazioni fallimentari come quella della Cesi la stanno vivendo anche altre realtà cooperative ben più grandi”.
Poi l’appello alla necessità di un cambiamento profondo, “individuando rapidamente i criteri per la trasformazione delle imprese, orientando il futuro verso il business della rigenerazione degli immobili esistenti e delle opere pubbliche”.
Come non ricordare che la Cesi nasceva proprio per realizzare strade e opere pubbliche in primis e solo con il passare degli anni cedeva alla tentazione di un mercato immobiliare privato su cui probabilmente si è puntato troppo e forse anche in queste scelte risiede la causa di una situazione ormai senza ritorno.
Ora però bisogna guardare avanti e sono due gli impegni del sindaco: tenere contatti costanti con il liquidatore Antonio Gaiani (che già questa mattina ha annunciato il licenziamento di 22 dirigenti) e ricercare la disponibilità del Governo per garantire gli ammortizzatori sociali ai 403 dipendenti. “Il liquidatore verificherà anche se sussistono responsabilità da parte di chi ha portato a questa situazione”.
Poi la puntualizzazione: “non abbiamo mai messo la testa sotto la sabbia. Con il liquidatore ci parlo tutti i giorni, anche la domenica. E’ chiaro che urge una riflessione anche a livello nazionale dove bisogna aprire un tavolo per ridare ossigeno a un comparto stritolato. E faccio un appello al sistema cooperativo imolese e regionale per costruire un nuovo polo dell’edilizia che trovi la forza di cambiare”. Il riferimento va all’auspicata costituzione di un Consorzio di cooperative, dal modenese al ravennate, che dovrebbe unire tutte quelle realtà attualmente in difficoltà come la Cesi. Un percorso che si preannuncia però molto lungo e faticoso.