Il tesoretto dei cittadini venga usato per tutta la città non per gli interessi di pochi. Le recentissime notizie sullo stato di salute dell’economia imolese sembrano sempre più un bollettino di guerra.
Negli ultimi anni i termini disoccupazione, fuga dei giovani all’estero e continuo aumento del disagio sociale sono entrati prepotentemente nel dizionario di tutti i giorni, lasciando al ricordo ed al mito la Imola ricca e benestante più vicina alla Svizzera che a Roma.
Davanti ad una realtà che a breve metterà a rischio la tenuta sociale del territorio troviamo sconcertante che il primo cittadino, probabilmente distolto dalle dinamiche legate all’individuazione del prossimo Presidente della Regione Emilia-Romagna, non trovi di meglio che proporre un “lancio” di un tavolo tardivo di crisi per Cesi e della sorprendente affermazione “Vorrei che non si confondesse la crisi di un’azienda con una presunta crisi del sistema e del modello cooperativo, che non esiste”.
Caro Manca il sistema, non per sua colpa, da anni è in profonda crisi e oggi ne stiamo raccogliendo a piene mani il risultato.
Certo, vogliamo rimarcarlo, se la Cesi ed altre cooperative sono sulla via del fallimento Lei non è il responsabile personalmente, ma è anche vero che in qualità di Sindaco non ha fatto nulla per prevenire il disastro.
Ci saremmo aspettati, come un qualsiasi buon padre di famiglia, che davanti al dolore dei propri figli avesse messo mano al “tesoretto” che la nostra città possiede in azioni Hera per lenirne le sofferenze e tentare di riavviare un percorso di ripresa il più inclusivo possibile.
Ci saremmo aspettati, da tempo, che le sue promesse (mancate) su un futuro a consumo suolo zero venissero associate ad un piano incisivo di riqualificazione degli edifici pubblici, ed in particolare del recupero dei tantissimi appartamenti di proprietà pubblica da rigenerare per essere inseriti nel mercato dell’affitto a basso costo o, meglio ancora, in un vasto progetto di social housing per venire incontro alle esigenze delle fasce meno abbienti.
Ci saremmo aspettati che almeno un 15% degli oltre 100 milioni di euro di azioni Hera di proprietà comunale, con molta urgenza, fossero destinati ad una sorta di piano Marshall a favore dei cittadini imolesi perché, con tali risorse, avremmo avuto fondi per la manutenzione e la rigenerazione della città, attuando operazioni meritevoli, da lasciare in eredità alle prossime generazioni e nel contempo rilanciare l’occupazione aiutando un settore, quello dell’edilizia, ad uscire dal tunnel in cui pare essersi perso.
Per l’Associazione Culturale Imola Migliore
Mario Zaccherini
Marina Giambi