Dalla Regione rossa alla Regione scossa…!!! La notizia delle dimissioni del presidente dell’Emilia-Romagna, Vasco Errani, peraltro rafforzata dalla recente richiesta di condanna del fratello per le note questioni legate alla Coop Terremerse di Imola, è infatti una “bomba” politica che è esplosa e che scuoterà tutti i livelli istituzionali che da decenni nella nostra Regione sono governati e rappresentati pressoché dallo stesso partito politico. La crisi, come un terremoto, come la fine di un mito, colpirà non solo l’istituzione Regione ma i vari ambiti territoriali di governo perché è andato definitivamente in crisi di fiducia il sistema emiliano-romagnolo che già da tempo dimostrava di non farcela più. Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria che ha portato, in grado di appello, alla condanna di Errani ad un anno e due mesi per falso ideologico, e nel rispetto del lavoro della Magistratura, è evidente che anche nella sinistra emiliano-romagnola si è aperta la “questione morale” che è stata usata negli anni scorsi come una clava e che oggi torna come un boomerang. Già da tempo, inoltre, sono in corso “verifiche” sulle note spese della politica in Regione. Ora si apre una stagione critica in cui il vecchio sistema è costretto a dichiarare il proprio fallimento e dove è finito un modello di sviluppo politico ed economico, come del resto l’attualità è li a darne dimostrazione con la crisi della CESI e non solo purtroppo. Sono evidenti il disagio di una classe politica e lo stallo istituzionale che, in un già grave contesto di crisi economica, danno un ulteriore colpo al sistema territoriale e imprenditoriale della nostra regione. Le dimissioni di Errani porteranno inevitabilmente ad una nuova stagione politica, non ad un semplice ricambio, perché si apre una situazione di emergenza in Emilia-Romagna così come è dichiarata a livello nazionale. Adesso si tratta di vedere se in questa critica circostanza prevarranno logiche di schieramento e di arrogante autosufficienza della sola sinistra o si andrà verso una responsabilità politica condivisa con altre forze che hanno a cuore il bene comune e dei nostri territori. Da anni, vado ripetendo che c’è bisogno di alternanza politica in questi territori, da troppo tempo chiusi sotto la stessa ideologia, e di aprire una Regione, che ha istituzionalizzato tutto, a più sussidiarietà e più libertà. Occorre adesso ripensare alle funzioni e al ruolo della Regione, alla sua dimensione, anche europea e più legata al Nord-Est Italia, al taglio degli sprechi nella sanità, alla governance dei territori, ai modelli di sviluppo economico delle imprese e, per quanto ci riguarda, anche alla maggiore valorizzazione della del nostro territorio, in particolare alla luce della nascente Città metropolitana, che rischia seriamente di restare schiacciato da logiche Bologna-centriche. Resta inoltre valida, in nome della trasparenza e con riferimento a qualsiasi Regione e a qualsiasi ruolo istituzionale, la regola che due mandati sono sufficienti per qualsivoglia incarico pubblico e personalità politica. La troppa consuetudine al potere, infatti, può provocare situazioni di crisi, come si evince anche da questa vicenda. Ora, per quanto riguarda la politica imolese, è bene che i rappresentanti locali delle diverse forze politiche di opposizione facciano squadra in nome della novità per portare avanti un progetto politico che sappia farsi ascoltare anche in Regione con un diverso modo di governare i nostri territori, più attento ai bisogni della gente. Con le dimissioni di Errani (a quando la formalizzazione?) si dimette anche il sistema politico della sinistra emiliano-romagnola. Ora è emergenza.
Alessandro Mirri
Nuovo Centrodestra