Triste scoperta al Parco della Vena del Gesso. Riportiamo integralmente il comunicato sull’uccisione di uno dei due esemplari del raro gufo reale.
Ammazzato uno dei due esemplari della coppia di gufi reali del Parco.
Da quindici anni il gufo reale (Bubo bubo) non nidificava piu’ nella Vena del Gesso romagnola, dopo che nel 1999 uno dei due esemplari dell’ultima coppia presente era stato ucciso da un bracconiere.
Quest’anno, il personale del Parco, che compie un regolare monitoraggio delle specie piu’ importanti di piante ed animali, aveva finalmente accertato il ritorno alla nidificazione di questa rarissima specie. Lanidificazione procedeva regolarmente e i due esemplari adulti della coppia erano in perfetta forma, ma nel corso dell’ultimo sopralluogo, il primo luglio scorso, sono stati ritrovati i resti di uno dei due adulti, le due uova e il nido abbandonati.
Si tratta quasi sicuramente di un vile atto di bracconaggio, perpetrato con bocconi avvelenati o con una fucilata, poiche’ i due esemplari non avevano mostrato alcuna patologia o altri problemi fisici e perche’ il gufo reale non ha assolutamente nessun nemico naturale.
Il gufo reale e’ il piu’ grande rapace notturno d’Europa ed e’ specie rarissima, particolarmente protetta da tutte le norme riguardanti la conservazione della natura ed e’ stata scelta dal Parco come uno dei propri emblemi.
Si tratta di un animale assolutamente innocuo per l’agricoltura, che si ciba soprattutto di ratti, risultando, quindi particolarmente utile all’uomo. La motivazione del gesto, quindi, e’ davvero incomprensibile, come del resto lo fu nel precedente episodio del 1999.
La zonizzazione del parco era stata stabilita dalla Regione anche con il preciso intento di salvaguardare questo sito riproduttivo. Ora occorrera’ rivedere i confini delle zone di parco a maggiore tutela attorno all’area interessata dall’episodio, per ampliarle ulteriormente al fine di prevenire possibili analoghi episodi in futuro.
Il sito di nidificazione non e’ stato e non viene neanche adesso reso pubblico, proprio nella speranza –ormai vana- di garantire la sopravvivenza a questa specie.
Il Parco della Vena del Gesso Romagnola esiste e lavora alacremente per salvaguardare e valorizzare il proprio territorio, per conservarne il patrimonio culturale e naturale e per renderlo una meta sempre più frequentata dal turismo sostenibile, collaborando attivamente con le comunita’ locali.
Quando ci si trova di fronte a questi atti, pero’, lo scoramento e’ totale.
Non si uccidono i simboli.