Quando SEL decise di appoggiare la candidatura per eleggere Manca sindaco lo fece con convinzione. Il programma “Ci siamo per migliorare la citta” doveva servire a migliorare la vita degli imolesi. Oggi Sel con grande rammarico e delusione constata che non si sta procedendo nella direzione prospettata e auspicata,
per questo chiede al PD e a Manca una verifica e una discussione aperta e trasparente sugli obiettivi e sulle cose da fare. Inoltre apprezziamo il buon lavoro che il nostro assessore Barbara Lo Buono sta svolgendo per quanto riguarda le sue deleghe casa partecipazione immigrazione. Nulla tornerà come prima: questa crisi obbliga tutti a ripensare il modello di sviluppo. Serve una visione collettiva, un’idea, un progetto condiviso tra l’amministrazione e i cittadini per trovare le soluzioni migliori per il bene comune. Il PD governa con arroganza e in solitudine non cerca con la maggioranza temi importanti come Beni Comuni, che gestisce per conto del comune la manutenzione del verde delle strade le attività sportive non ha parlato di Sicim che si occupa dell’alienazione del patrimonio comunale.
Rimane ancora lettera morta il piano per il servizio idrico integrato .Non sta procedendo il progetto Smart City dove parlavamo di un piano per risparmiare e aumentare l’efficienza energetica.
Questo sarebbe il momento di avviare serie politiche di recupero di fabbricati
Ø favorire il recupero delle prime aree periferiche attorno al centro storico mediante piani urbanistici che ridisegnino quelle aree: nuove zone verdi con piste ciclabili e contemporaneamente fabbricati nuovi adeguati sismicamente ed energeticamente (essendo finito il tempo dell’energia a basso costo.)
Ø avviare il restauro dei fabbricati del centro storico, migliorandoli dal punto visto sismico, dal punto di vista funzionale per la residenza, e consentendo alle attività commerciali di riqualificarsi o a quelle nuove di insediarsi;
Ø ripensare le prime aree industriali che progressivamente vanno dismettendosi, e domandarsi come riutilizzare i grandi contenitori già realizzati o previsti da PRG o PSC destinati a migliaia di mq per direzionale e uffici.
E non di favorire poche realtà edili con l’introduzione di due o tre aree per nuova edificazione, fatto questo che peraltro contrasta gli accordi di programma per uno PSC con un POC a zero consumo di nuovo territorio (senza dimenticare via Kolbe dove solo la protesta dei cittadini ha impedito di trasformare un’area verde in case).
La crisi economica picchia duro l’emergenza lavoro è diventata drammatica e deve essere una priorità, costruendo un tavolo permanente per il lavoro e l’impresa come scritto nel programma di governo della città. Imola ha 13000 persone iscritte al collocamento dove c’era un ricco tessuto industriale, ora abbiamo un deserto.
Chiusa la New Holand, la Howard, la Cognetex ridotta a poche decine di lavoratori, le cooperative Coop Ceramica, Cesi, Tre Elle in forte crisi, ma tante alte realtà produttive licenziano o usano ammortizzatori sociali Dietro questi numeri ci sono le persone, le loro vite in sospeso, le loro difficolta nel pagare mutui affitti bollette. A chi interessa il loro destino?
Perché in questo territorio non aprono realtà produttive di un certo rilievo?
Troppa burocrazia, tasse locali alte, servizi inefficienti?
Ci sono realtà territoriali che cercano soluzioni, qualcuno ad adottato una moneta locale come lo Scec o istituisce Bot locali per aiutare l’economia a ripartire. A Imola cosa scegliamo di fare?
Einstein sosteneva Non e possibile risolvere un problema utilizzando la stessa mentalità che lo ha creato.
Il cambiamento vero significa mettere al centro della politica la vita e la dignità delle persone, il pil di un
paese si deve misurare con il grado di felicità e benessere che da suoi cittadini.
Oggi molti vedono in Renzi il cambiamento ma cosa c è nuovo nello Job Act nella continua precarizzazione del lavoro Nel continuare con la privatizzazione dei servizi pubblici? Il nuovo è approvare una legge elettorale che impedisce agli elettori di scegliere i deputati alza le soglie per escludere i partiti piccoli o che non si vogliono aggregare?
Questa crisi continua perché la politica italiana ed europea ha scelto di salvare con il denaro dei contribuenti gli interessi della finanza, delle grandi banche del nord Europa, di paesi come la Germania la disoccupazione la precarietà, i bassi salari sono il risultato di questa scelta. I soldi sono una convenzione quindi la BCE, se si vuole, si può dare il potere di stampare il denaro che serve per rilanciare l’economia.
Un’altra economia che mette al centro le esigenze, i bisogni delle persone può nascere solo da una sana consapevole ribellione e protesta da parte di tutti noi.
Manuela per il circolo Enrico Gualandi di Imola