Per dovere di verità, leggendo i quotidiani di oggi, mi corre l’obbligo di informarvi che all’uscita del Consiglio comunale di ieri l’Assessore De Marco mi ha formulato le scuse per quanto accaduto in aula (scuse da me chiaramente accettate).
In relazione alla questione delle magliette devo ahimè riscontrare che ancora una volta i finti rivoluzionari si sono dimostrati i soliti democristiani.
Non credo assolutamente a questa finta telefonata con la base, a meno che per base si intenda un signore o una signora loro amico il cui cognome sia proprio questo, se no faccio fatica, come del resto tutti gli imolesi, a capire quale sia il gioco di questi “grillini”.
Ma di certo queste non sono le cose più scandalose che accadono a Imola.
Rispetto alla volontà di qualche benpensante che vuole, con idee decisamente nuove, rilanciare quella crisi che la scorsa amministrazione (coadiuvata da molti dell’attuale governo) ha innescato a Imola, la proposta di Cantelli di spostare la festa dell’unità in centro storico è un’idea brillante e di rilancio di un centro morto.
Ecco invece risuonare quel trombone di Raccagna, legato a logiche di partito consociative e di piccoli favori personali, intento ad attaccare il suo collega (Assessore Cantelli), richiamandolo all’ordine (cosa peraltro già fatta ieri nell’anticamera del Consiglio comunale dal Sindaco Manca, più attento agli equilibri del Pd locale che a quelli del bilancio).
Io mi chiedo: ma uno come Raccagna (che è stato politicamente un fallimento totale) può mai permettersi il lusso di richiamare qualcuno?
Se mai peggior segretario Pd si poteva scegliere, in questo caso si è dato corso alla famosa regola che “al peggio non vi è mai fine”.
Ed ecco arrivare Raccagna.
Andrea Zucchini