La reazione scomposta del PRC imolese contro la discussione in aula consiliare di un ODG con a tema la famiglia mette in chiara luce quale sia il concetto che questo organismo politico intende a proposito della libera espressione tipica al contrario di uno stato autenticamente laico.
Purtroppo si deve constatare che non di laicità concetto questo che non fa parte del bagaglio culturale di certa gente, ma al contrario si deve parlare piuttosto di un retrivo laicismo tutto teso a censurare chi la pensa in maniera differente.
Pretendere che la sala consiliare del Comune si trasformi in una arena dove tutti possono fare quel che gli pare in barba alle più elementari regole è evidentemente tipico di atteggiamento dittatoriale di cui si sperava si fossero perse le tracce già dal lontano 8 settembre 1943. E se la presidente Lanzon ha preteso il rispetto del regolamento del consiglio, ha fatto solo il suo dovere. Volere imporre poi che in consiglio comunale non si debba parlare di questioni come quelle proposte dai Giuristi per la Vita, la dice lunga a quale immagine di società questi contestatori fanno riferimento. Una società dove tutto è permesso tranne l’espressione di pareri contrari al proprio credo , dove alla libertà del pensiero si sostituisce l’intimidazione (si rilegga il giudizio proposto verso la consigliera Spadoni) che purtroppo spesso rischia di diventare anche fisica.
Ma personalmente non mi meraviglia affatto l’atteggiamento di PRC perché ogni botte da il vino che contiene, rosso credo, ne quello di Trama di Terre cui va il mio plauso per il lodevole lavoro che fa, e nemmeno mi spaventano i volantini deliranti della fantomatica Brigata 36 che ricordano tanto da vicino la pretesa di altre brigate fortunatamente dimenticate.
Non trovo nella contestazione altro che giudizi superficiali che mettono in evidente chiarezza quale sia il progetto di società che questi atteggiamenti sottendono: una società dove l’autodeterminazione (gran bella parola questa seppure dal contenuto assai pericoloso) la fa da padrone in barba alle più elementari regole di una convivenza civile. Dimenticano questi signori che anche loro sono venuti al mondo senza averlo liberamente scelto. E se oggi sono li a contestare devono ringraziare le loro madri naturali (o si contesta anche questo) che a suo tempo decisero con un atto di amore di farli nascere indipendentemente dalle condizioni socio-economiche che vivevano.
Il confronto fra posizioni diverse richiede la disponibilità ad ascoltare l’opinione dell’interlocutore e proporre la propria motivandola con considerazioni che non siano il solo volere impedire che l’altro si esprima. E’ democrazia questa? O piuttosto un rigurgito fascista o comunista?
Quanto alla scuola sia essa statale o paritaria, l’argomento richiederebbe interlocutori onesti in grado di cogliere il senso della posizione di chi invoca il giusto equilibrio tra scuole statali pubbliche e scuole paritarie pubbliche. Troppo spesso si sorvola su questo ultimo aggettivo, le scuole paritarie non sono private ma sono a tutti gli effetti scuole pubbliche e come tali aperte a tutti. Ma capire o volere fare lo sforzo di capire questo è troppo per chi fa dell’ideologia la bandiera del non confronto.
Alessandro Mirri
Nuovo Centro Destra
PRC: Votazione ODG giuristi per la vita in consiglio comunale ad Imola