“La proposta del consigliere Mauro Sorbi è contraria al dettato della legge 194/78 e profondamente lesiva del diritto all’autodeterminazione delle donne”
(per leggere della proposta, si veda questo link http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/02/03/news/sanit_la_proposta_dell_udc_pagare_il_ticket_sugli_aborti-77622781/)
La proposta del capogruppo UdC nel consiglio provinciale bolognese, Mauro Sorbi, far pagare un ticket per le interruzioni di gravidanza non solo è contraria alla L.194/78 (il che è già grave), non solo è lesiva dell’autodeterminazione delle donne (il che è ancor più grave), ma è anche basata su presupposti falsi e tendenziosi.
Il consigliere Sorbi dice che occorrerebbe pagare un ticket per fare compartecipare le donne che scelgono l’interruzione di gravidanza perché essa ha dei costi: seguendo questa logica, il consigliere Sorbi dovrebbe proporre la compartecipazione ad ogni forma di intervento, o per lo meno per tutti quegli interventi che non sono “salvavita”. Peccato che così si stravolga l’intera logica del servizio sanitario pubblico, universale ed universalistico, così come stabilito dalla Costituzione (art. 32).
Il ticket è previsto oggi per gli esami e la diagnostica, non certo per gli interventi, senza dire che per Rifondazione Comunista gli stessi ticket andrebbero aboliti perché in realtà il nostro sistema non dovrebbe prevedere la compartecipazione ai costi, essendo finanziata con la fiscalità generale.
Il consigliere Sorbi dice anche che non è “giusta” la gratuità dell’IVG in relazione al fatto che invece le donne in gravidanza pagano i ticket: cosa non vera, perché lo stato di gravidanza è una fra le condizioni che esenta dal pagamento del ticket. Almeno in tutti i casi qui riportati: http://guidaservizi.saluter.it/NV_Online/nv_prestdetails.aspx?Prest_Code=2407
Infine, il consigliere Sorbi afferma che in qualche documento c’è scritto che l’IVG sia uno strumento di controllo delle nascite: noi non ne abbiamo trovato traccia e del resto sarebbe alquanto insensato il controllo delle nascite in un paese a così bassa natalità come l’Italia.
La proposta dell’esponente dell’UdC è punitiva per le donne che legittimamente scelgono di esercitare un loro diritto, consentito e protetto da una legislazione conquistata a fatica e con molti anni di lotte dal movimento delle donne. E’ una proposta figlia della propria visione etica del consigliere in questione, incurante del fatto che il trattamento sanitario dell’interruzione di gravidanza ha ridotto drasticamente il ricorso all’aborto e ha salvato le donne da pratiche illegali e pericolose che ne mettevano a rischio la salute.
Noi invece pensiamo che siano altri i problemi: per esempio, l’elevato numero di medici obiettori, la non facilità di reperimento della cosiddetta pillola del giorno dopo (che potrebbe evitare gravidanze indesiderate), lo scarso ricorso, in alcuni territori, all’IVG non chirurgica (ossia la RU486) e infine una ancora insufficiente educazione sessuale nel nostro paese, che debba essere rivolta non solo alle ragazze e ai ragazzi, ma che possa raggiungere anche fasce di popolazione adulta che non ricorre in modo sistematico e consapevole alla contraccezione.
Laura Veronesi
Segretaria federale PRC Bologna
Antonella Caranese
Segretario federale PRC Imola