Il gruppo Pdl ha ritenuto di non dover partecipare al voto sulla mozione “per la promozione della cultura antifascista” in quanto il documento, così come redatto, era assolutamente irricevibile, scritto solo per dividere le forze politiche in un momento in cui, invece, altre dovrebbero essere le priorità di questo Consiglio.
Nel documento, che lascia intendere che tutta l’Europa sia sotto imminente attacco da parte dei neofascisti, si legge di “movimenti fascisti e neofascisti presenti all’interno delle Istituzioni repubblicane”, che “rigurgiti di nazionalismo si stanno manifestando con l’incoraggiamento degli amministratori pubblici”, di un “tentativo dei gruppi neofascisti di riunirsi in una Internazionale nera”. Noi non siamo per approvare questi documenti di stampo terroristico. Se i giovani consiglieri Pd, tutti firmatari di questa mozione, credono che l’Italia sia esposta a un simile pericolo, che ci siano amministratori e pezzi di Stato conniventi con i gruppi neofascisti, facciano nomi e cognomi, e denuncino alla Procura questi fatti. Facciano i nomi come noi abbiamo fatto, alle forze dell’ordine, il nome di Alfiero Salieri, vicepresidente Anpi, che durante un nostro banchetto del Pdl si vantò in pubblico di aver ammazzato sette o otto fascisti. Alla faccia della cultura della pace e del dialogo.
Facciano i nomi di questi presunti terroristi di destra e noi saremo i primi a discutere di questi temi. Ma una propaganda fine a se stessa, una mozione scopiazzata da internet, ispirata da autori di libri di pseudo sinistra che, tra l’altro, mirano a dimostrare che il Ventennio berlusconiano sia stato il laboratorio dell’ascesa dei gruppi neofascisti in Italia, no, non lo possiamo proprio accettare. E dispiace constatare che a firmare questo documento, oltre a Romano Linguerri, siano stati i giovani del Pd, tutti studenti universitari che evidentemente leggono solo libri di estrema sinistra se poi il risultato sono mozioni di questo tipo.
Se si volesse soltanto leggere la storia politica dell’Italia del famoso “Ventennio” berlusconiano in modo obiettivo, si dovrebbe correttamente ammettere che l’ascesa di Berlusconi ha di fatto completamente annacquato le destre, facendo sparire anche Alleanza nazionale e riducendo ai minimi termini il consenso dei partiti di ala più “estrema” che, comunque, ricordiamo, sono stati ammessi alle elezioni in un Paese democratico e dunque nulla può lasciar presagire o lasciare affermare al “nuovo che avanza” del Pd che ci siano movimenti neofascisti dentro le istituzioni repubblicane. Perché altrimenti, se il problema sono i partiti detti “estremisti”, ricordiamo giustappunto che gli estremismi stanno pure a sinistra e siedono pure loro nel Parlamento. Una visione così becera, approssimativa, senza “attributi” della nostra storia politica da parte dei giovani del Pd non ce la saremmo mai aspettata. E mentre qua si discute in maniera del tutto propagandistica di movimenti fascisti ispirati a una dittatura finita oltre 60 anni fa, senza fare nomi e cognomi dei presunti ‘capi’ di questi movimenti, si dimentica sistematicamente che le Nuove Brigate Rosse, responsabili dell’omicidio Biagi (solo per ricordarne uno), sono storia recentissima del 2002 e che i responsabili hanno nomi e cognomi.
Allora i consiglieri del Pd pensassero di proporre mozioni sui temi della città, studiassero per bene la storia, senza propinare mozioni di questo tipo come se la cultura antifascista fosse la sola da promuovere, quando i nostri Anni di piombo, le pagine più nere della nostra storia recente, sono firmate in buona parte da gruppi terroristici di estrema sinistra.
Simone Carapia
Capogruppo Pdl Imola
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