TuttoImola.it

Sito di informazione e cultura da Imola, Romagna e Area Metropolitana

Al primo posto il valore del lavoro

«Le dichiarazioni del presidente di Legacoop, Sergio Prati, e del presidente del Circondario imolese, Daniele Manca, riportate dalla stampa, suscitano sconcerto e preoccupazione – afferma Stefano Pedini, segretario generale della Fiom di Imola -. Riteniamo che, contrariamente a quanto sostenuto, la priorità sia il lavoro, come sancito dalla nostra Costituzione, e la salvaguardia dell’occupazione e delle professionalità presenti nelle imprese. E’ il lavoro a produrre ricchezza, non l’impresa in sé, soprattutto se parliamo di cooperazione che dovrebbe mettere al centro le persone. L’idea che le aziende vadano salvate a prescindere dai lavoratori rischia di giustificare nel 2014 il ricorso indiscriminato ai licenziamenti per centinaia di persone. La cooperazione è nata sull’onda della necessità di salvaguardare collettivamente l’occupazione e la comunità locale sulla base del principio della mutualità. Oggi come allora, questo principio torna ad essere di attualità perché segna la differenza, nell’affrontare le crisi economiche, tra l’impresa cooperativa e quella di mercato».
Il segretario della Fiom imolese ritiene che si debba innanzitutto sostenere quanto richiesto nei giorni scorsi al Governo dal presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, a nome di Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Associazioni artigiane, del commercio, agricole, centrali cooperative, Comuni, Province e Regione, ovvero l’incremento delle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2014, il ripristino delle modalità in atto in Emilia Romagna sulla concessione delle deroghe, l’azzeramento o l’allungamento di 12 mesi del contatore nel quinquennio della cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
«Senza nulla di tutto ciò – continua Pedini – è altissimo il rischio di aumentare il numero dei disoccupati e aggravare il disagio sociale del territorio, duramente provato da questi anni di crisi. Prima di ipotizzare riduzioni di personale si devono mettere in campo tutti gli strumenti possibili, partendo dalla riduzione degli orari di lavoro, anche in maniera strutturale, così da ripartire le attività su tutti i lavoratori. Purtroppo dobbiamo fare anche i conti con la totale assenza di politiche industriali da parte del Governo, che sta causando la deindustrializzazione del settore manifatturiero nel nostro Paese e la perdita di settori strategici per l’economia. Siamo sempre più convinti che la strada per imboccare la ripresa sia quella di non scaricare il peso della crisi sul lavoro e sui lavoratori, come invece purtroppo constatiamo anche sul territorio, ma puntare su innovazione, ricerca e riqualificazione professionale».
Imola, 20 dicembre 2013