Il Partito della Rifondazione Comunista di Imola, partendo da una forte critica delle politiche governative che riguardano gli Enti Locali, costretti, da una parte, al rispetto di Patti di Stabilità che limitano i poteri di spesa e quindi l’autonomia nelle proprie prerogative di scelta per i servizi ai cittadini e, dall’altra parte, esautorati anche dall’autonomia impositiva visto il continuo e confuso balletto sull’IMU 2013, si dichiara contrario all’aumento dell’addizionale IRPEF comunale dallo 0.4% allo 0.65%.
Le motivazioni sono qui sotto esplicitate.
Il Comune di Imola è in qualche modo costretto a questa operazione in quanto ha necessità urgente di mantenere l’equilibrio di bilancio stante la totale incertezza di altre importanti fonti di entrata quali, appunto, l’IMU. Questo, anzitutto, perché i Comuni debbono arginare le decisioni del Governo centrale di indebolire gli Enti Locali sia di segno di centro destra che di centro sinistra. Mentre sono anni che proponiamo, come misura nazionale, la cosiddetta tassa patrimoniale, unica che può recuperare risorse nella direzione dell’equità e della giustizia sociale.
Venendo al livello locale, se è vero che l’addizionale IRPEF è di per sé una misura che tende all’equità in quanto proporzionale al reddito percepito e quindi preferibile all’IMU (anche per come è stata imposta) è altresì vero che questo aumento ricade ancora e comunque sulle spalle dei lavoratori dipendenti e i pensionati già duramente provati da una crisi epocale e di durata “illimitata”. Corrodere di nuovo i salari ci pare quindi insopportabile.
Anzitutto avremmo preferito la possibilità di applicare l’addizionale IRPEF in base a scaglioni di reddito visto che la normativa lo consente da un paio di anni a questa parte. In tal modo si potevano decidere aliquote di aumento inferiori per i redditi più bassi e più alte per quelle più alte. Avremmo ottenuto così una accentuazione della proporzionalità dell’addizionale nello spirito della nostra Carta Costituzionale: “chi più ha più dà”. E magari evitare la costituzione del fondo di restituzione in base all’ISEE che deve essere presentato su istanza formale del cittadino, complicando un po’ la vita dello stesso.
Visto che però è certamente indispensabile per il Comune di Imola trovare le risorse certe per mantenere sano il proprio bilancio e garantire i livelli dei servizi e quindi la qualità della vita, il PRC ha già proposto al gruppo di maggioranza e al Sindaco di ricorrere ad un’altra misura che garantirebbe un’entrata di molto vicina a quella che garantirebbe l’aumento dell’addizionale: il recupero del cosiddetto disagio ambientale dai Comuni dell’ex ATO 7. Dal 2006 infatti i Comuni dell’ex ATO 5 che conferivano i rifiuti alla discarica di Pediano hanno corrisposto un’indennità al Comune di Imola (e in parte molto minore, pari al 10%, al Comune di Riolo Terme) quale riconoscimento del DISAGIO AMBIENTALE creato dagli automezzi che, da decenni, transitano per conferire i rifiuti nella discarica di Pediano. Quell’indennità veniva recuperata attraverso la tariffa dei rifiuti (soppressa poi dalla Tares) e quindi di fatto pagata dai cittadini imolesi e del Circondario imolese.
Invece i cittadini del faentino e comuni limitrofi non l’hanno mai pagata!
Dal 2006 a oggi Imola ha così incassato una quota di disagio ambientale inferiore a quella pattuita. Soldi che vengono riconosciuti alla città per il fatto di essersi sobbarcata i disagi (ingenti) di una discarica che serve tutto il circondario, i territori fiorentini di Marradi e Palazzuolo sul Senio, e quelli di Faenza, Riolo Terme, Castel Bolognese, Solarolo, Casola Valsenio e Brisighella. In breve, i territori del Bolognese sotto l’ex ATO 5 (tranne Imola) e quelli fiorentini fanno pagare in bolletta ai loro cittadini la quota di disagio ambientale, ma non quelli del Ravennate sotto l’ATO 7, unico caso in regione. Il problema è che alle casse di Imola è venuto a mancare qualcosa come 200mila euro all’anno dal 2006. Ogni accordo bonario con i vicini romagnoli è sempre andato a vuoto, tanto che adesso Imola ha dovuto intentare causa contro Hera perché a tutti gli effetti è il soggetto incaricato di riscuotere dai territori quelle somme.
Come PRC crediamo che ciò che ha pagato un cittadino del Circondario imolese debba essere pagato anche dal cittadino faentino, oppure che al primo debba essere restituito quanto versato in palese differenziazione con l’altro. Anche questa è equità!
Oppure siano recuperate risorse economiche dove è giusto esigerle, senza ulteriori esborsi in tempi di crisi nerissima.
Antonella Caranese
Segretaria PRC Federazione di Imola