Tutti sappiamo cosa succede durante un controllo ASL nella cucina di un ristorante “regolare”: controllo delle temperature dei frigoriferi, controllo di tutte le superfici lavabili, stato di conservazione dei cibi, stato d’uso di tutti gli utensili e attrezzature della cucina, regolarità di impianti tecnologici.
Noi lanciamo una provocazione: mentre fino ad oggi è stato sufficiente autocertificare l’idoneità tecnica e sanitaria delle cucine “volanti”, si facciano regolamenti comunali che impongono la visita obbligatoria dell’ASL ad ogni manifestazione, sia essa festa di partito o sagra e si imponga l’abilitazione sanitaria a chiunque venga a contatto con i cibi. Si imponga poi una tassa comunale sui ricavi che sia proporzionale agli incassi. Solo così ci si potrà veramente confrontare ad armi pari, e semmai coinvolgere la ristorazione nela organizzazione degli eventi.
E poi, amici Baldazzi e Cantagalli, quale promozione del territorio e dei suoi prodotti si può avere, quando l’unico scopo evidente di alcune feste e sagre è quello di fare il maggior numero possibile di coperti? Quale promozione del territorio e dei suoi prodotti si pensa di fare con camions di funghi porcini comprati nei paesi dell’est, come nel vs caso, oppure con quintali di garganelli di produzione industriale provenienti da Lugo, nel caso della festa codrignanese?
Incontratevi pure con Galassi, ma fate venire anche tutti i titolari di ristoranti della Vallata, solo così avrete la giusta dimensione del danno recato al tessuto economico da quelle che sono diventate ormai solo macchine da soldi…
Manuel Caiconti
Capogruppo Vallata Libera
Nuovo Circondario Imolese.